I TASTI AUTOCOSTRUITI DI NELLO IZ4IRM
Tasto n. 1
Un tasto da 1.5 centimetri e largo 5 millimetri non può avere lo spazio di manovra di uno grande e neanche di quello da 3 centimetri largo 10 millimetri che ho fatto il mese scorso.
Qui tutto è affidato alla elasticità della striscia di ottone che chiude il circuito e fa da barra di ritorno per riaprirlo quando la pressione è finita.
La basetta l’ ho fatta tagliando a metà per lungo il listello da 10 millimetri che avevo usato prima.
Con la basetta più spessa ho dato sostegno alla vitina che tiene la lamina e la calza del coassiale e all’altra che tiene il centrale.
In questo modo la guaina del centrale impedisce che la lamina possa creare contatti occasionali falsando la trasmissione.
Tasto n. 2
Per la realizzazione ho usato un profilato quadro da 3 mm, un tubo da 2 mm, un tondino da 1 mm. 2 viti da 1 e un dadetto che ho comprato con 5 euri in un negozio di modellismo + avanzi di un listello di noce e di tiglio e un tondino di tiglio da 4mm dall’ultimo modello statico di un vascello inglese del XVI secolo e una molla che peso da un cassettino pieno appunto di molle recuperate da chissà dove.
Le dimensioni sono: cm. 2.5x1x2.8 di altezza. Il peso non lo so ma mi è scappato da starnutire ed è volato via tutto.
Ho usato vari utensili del trapanino DREMEL, il trapano a colonna con regolatore di velocità, la punta da 1, un paio di limette, circa 20 ore in tutto di santa pazienza e occasionali imprecazioni nei momenti di sconforto.
La base è fatta con 4 strati di listello da 2.5x1.
Sul primo strato ho preparato un buco quadrato da 3.
Sul profilato ho fatto un buco da 1 col trapano a colonna e con una mola rotante del trapanino ho scavato la forcella per l’asta orizzontale. Ho tagliato il profilato un po’ abbondante per creare 4 alette ricavate tagliando il profilato sulle pieghe, ho infilato il tutto dentro il primo strato, ho piegato le alette in fuori e da sotto ho incollato la seconda basetta per tenere fermo tutto.
Quando la colla si è asciugata ho bucato da giù a su le basette per far passare la calza del cavo e la molla di ritorno e l’ho fissata alla forcella con un punto di saldatura. Poi ho fatto i buchi sul tondino ancora lungo perché non mi scappasse dalle dita e dalla morsa. Uno vicino all’estremità per inserirlo nella forcella e l’altro più avanti angolato di 90° rispetto al primo per infilare la vite che avrebbe fatto da battente superiore e l’ho tenuta ferma col pomello che ho sagomato col trapano e qualche limetta.
In corrispondenza della vite superiore ho fatto un buco nella basetta per l’altra vite che ho avvitato da sotto insieme all’altro polo del cavetto.
Ho scavato il terzo strato – questa volta di tiglio per essere più agevole e poi l’ho verniciata col mordente noce – per recuperare tutti gli spessori del cavo e del dadetto.
Alla fine ho chiuso tutto con il quarto strato e perché si possa accedere ai fili in caso di necessità anziché la colla ho usato 4 chiodini di ottone (sempre avanzi di vecchi modelli navali ) e ho fissato l’asta orizzontale sulla staffa con il tondino che poi ho ribattuto un poco per impedirgli di scappar via e far cadere l’asta col pomello.
Detta così è facile ma provate a immaginare quando un taglio sbava, una vite cade mille volte, un perno non vuole entrare, la colla non ne vuole sapere di fare presa, ti scappa tutto dalle mani e allora devi usare la morsa ma senza stringere troppo altrimenti sbraghi tutto…